La tomba di giganti Moru si trova a un centinaio di metri dal Nuraghe Albucciu, a cui probabilmente era pertinente.
Il sepolcro collettivo è costituito da un corridoio rettangolare, coperto da lastre disposte orizzontalmente (a piattabanda), dove venivano deposti i corpi dei defunti.
Come nelle altre tombe di giganti, venne aggiunta in un momento successivo, l’esedra che delimita l’ampio spazio cerimoniale antistante la tomba.
Di quest’ultima si conservano purtroppo solo i filari di base e alcune piccole lastre che suggeriscono che il prospetto della tomba fosse a filari (cioè in muratura a secco), diversamente dalle altre tombe di giganti del territorio arzachenese.
Tuttavia, è presente un espediente tecnico utilizzato nelle tombe di giganti con l’esedra dotata di stele: sono presenti due blocchi paralleli che restringono il corridoio tombale appena dietro l’ingresso e che potrebbero essere stati funzionali all’equilibrio della stele.
La parte retrostante l’esedra e il corridoio di sepoltura erano racchiusi in un tumulo di terra e pietrame, ampliato contestualmente all’aggiunta dell’esedra.
I reperti appartenenti alla fase più antica della tomba, in particolare dei vasetti miniaturistici, sono stati ritrovati all’interno del corridoio.
Numerosi oggetti attribuibili alla seconda fase di vita del monumento, tra cui una coppa su piede, i frammenti di due pugnali e un grano d’ambra, provengono dal corridoio e dell’esedra.
Altri materiali, risalenti alle due fasi di frequentazione della tomba, erano stati raccolti in una fossa scavata nell’area antistante l’ingresso.
I reperti appartengono a un lungo arco cronologico di utilizzo della tomba, che va dal Bronzo Medio (tra 1600-1300 a.C.) all’età del Bronzo Recente e Finale (tra 1300 e 900 a.C.).
La tomba è stata frequentata e riconosciuta come luogo sacro anche in età punica: ne sono testimonianza l’aggiunta di un piccolo chiusino d’ingresso con l’incisione di un daleth, quarta lettera dell’alfabeto punico e simbolo legato al culto della dea Tanit e una moneta punica che costituisce l’elemento di datazione dell’ultima frequentazione della tomba Moru, fra il 300 e il 264 a.C..
Tomba dei GigantiLe tombe di giganti sono grandi sepolcri collettivi risalenti all’epoca nuragica. Durante l’età del Bronzo si diffondono in tutta la Sardegna. Se ne conoscono al momento circa 800 di diverse tipologie costruttive, ma il loro numero doveva essere molto maggiore.
Il termine “tomba dei giganti” è il nome popolare con cui si indicavano tali strutture, per via delle loro grandi dimensioni. Si caratterizzano infatti per un lungo corridoio sepolcrale (dove venivano sepolti i defunti) e da una facciata semicircolare (esedra) che delimita uno spazio cultuale, dove la comunità svolgeva dei rituali in onore dei propri antenati.