Il sepolcro collettivo è costituito da un’esedra e da un corridoio rettangolare coperto da lastre disposte orizzontalmente, dove venivano deposti i corpi dei defunti.

La tomba di giganti Moru si trova a un centinaio di metri dal Nuraghe Albucciu, di cui costituiva probabilmente l’area sepolcrale.

La tomba è stata frequentata e riconosciuta come luogo sacro anche in età punica.

Tomba dei giganti Moru

Complesso nuragico Tomba dei giganti Moru

Tomba dei giganti Moru

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La tomba di Giganti Moru si trova in località Malchittu, alle porte di Arzachena.

Si raggiunge percorrendo la strada statale 125 Arzachena-Olbia (SS 125). Nell’area sono presenti inoltre il Nuraghe Albucciu (a 200 mt circa) e il tempietto di Malchittu (a 1,5 km).

La tomba Moru era probabilmente il sepolcro destinato agli abitanti del Nuraghe Albucciu, distante appena 200 metri.

La struttura è composta da un corridoio rettangolare destinato ad accogliere le sepolture. Lungo circa 9 metri e coperto da lastre disposte orizzontalmente (delle quali ne resta soltanto una), è protetto da un grande tumulo di terra e pietrame. L’ampio spazio antistante la tomba, chiamato esedra, costituiva l’area cerimoniale.

Della facciata del sepolcro si conservano purtroppo solo alcune lastre e blocchi di base che suggeriscono che il prospetto della tomba fosse realizzato a filari diversamente dalle altre tombe di giganti del territorio arzachenese. Tuttavia anche la tomba Moru era dotata di una grande stele posta al centro dell’esedra, della quale è stato trovato solo un frammento. A confermarne l’originaria presenza è anche uno specifico espediente tecnico che si può osservare all’ingresso della tomba: due blocchi paralleli posti in prossimità dell’ingresso, erano funzionali all’equilibrio della stele.

Gli oggetti rinvenuti, soprattutto contenitori ceramici, sono riconducibili alle offerte funerarie di cibo e bevande che venivano introdotte all’interno della tomba ma anche alle cerimonie in onore dei defunti che si svolgevano nell’esedra.

Tra gli oggetti di pregio, oltre a due pugnaletti di bronzo, è stato rinvenuto un vago di collana in ambra che testimonia la partecipazione della comunità di Albucciu a importanti scambi commerciali.

I reperti appartengono a un lungo arco cronologico di utilizzo della tomba, che va dal Bronzo Medio alla prima età del Ferro, ovvero dal XVIII al X secolo a.C. e indicano che il sepolcro è stato realizzato in due fasi costruttive.

La tomba è stata frequentata e riconosciuta come luogo sacro anche in età punica, come testimonia il ritrovamento di una moneta punica datata fra il 300 e il 264 a.C. e di un cippo posto all’ingresso, con l’incisione di un simbolo legato al culto della dea Tanit.

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